martedì 15 giugno 2010

LA PORTA DELLA SPERANZA...

Lo so, lasciarsi non è mai facile, né tanto meno piacevole: separare due entità che parevano destinate a diventare una è uno shock tale che, a volte, si preferisce continuare sulla strada intrapresa tentando di fare come se niente fosse, ignorando detriti e macerie che hanno reso malconcio l'animo.

E quando anche si riesca a chiudere prima di essere sereni e riuscire a ricordare con un sorriso invece che con mille lacrime la persona amica e tutti gli speciali ricordi condivisi, ciò che resta alla base è, come minimo, malinconica consapevolezza d’aver lasciato andare un po’ di noi.

Capita che le amicizie, anche le più splendide e promettenti, per motivi a volte sciocchi o per gelosie altrui, debbano finire e ci troviamo a fare da soli cose che eravamo abituati a fare in due e a sorridere di qualcosa sapendo che avrebbe fatto lo stesso effetto anche a chi era un tempo un caro amico o ancora a respirare una libertà assoluta, ma del tutto inutile e non richiesta.

Credo che in queste situazioni perdiamo alcuni pezzi di noi per lasciarli all’altro, è inevitabile, ma penso anche che non ci sia altro posto al mondo più sicuro in cui lasciare una parte di noi che nelle mani di chi abbiamo voluto bene con tutta la sincerità possibile...

Perdere un vero un'amico è sentirsi strappare il cuore a piccoli pezzi ogni giorno ed il dolore è sempre presente. Ho provato a ricucire l'amicizia perduta ma dall'altra parte la porta è chiusa, il nobile sentimento è "evaporato". Non resta che mettersi da parte perchè in questo modo l'amico perduto è sereno, il non dar fastidio, è la prova del bene più grande che si può dare. Non si può costringere mai nessuno a voler bene ma così almeno resta aperta la porta della speranza….

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