MILANO (Reuters) - Giuseppe Pisanu, senatore del PdL e presidente della Commissione parlamentare antimafia, è favorevole a modificare il provvedimento che porta il suo nome e che limita per motivi di sicurezza la diffusione di Internet. Una modifica richiesta da un appello per il libero Wi-Fi, lanciato nei giorni scorsi e firmato da oltre un centinaio tra giornalisti, docenti ed esperti della Rete.
E' quanto ha confermato un portavoce del senatore, già ministro degli Interni, dopo che uno dei promotori dell'appello, Alessandro Gilioli, giornalista dell'Espresso, sul proprio blog (here) ha annunciato oggi di aver interpellato lo stesso Pisanu, riportandone il parere.
Alla domanda "Non pensa che il decreto del 2005 sui punti Internet pubblici e in particolar modo sul Wi-Fi sia da modificare in senso meno restrittivo?", Pisanu - come confermato dal portavoce - ha risposto: "Ritengo di sì, tenendo conto, da un lato, che le esigenze di sicurezza sono nel frattempo mutate e, dall'altro, che l'accesso ad Internet come agli altri benefici dello sviluppo tecnologico deve essere facilitato".
Sulla scia degli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, Pisanu, all'epoca ministro dell'Interno, aveva firmato il provvedimento "Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale", prorogato nel 2007 e 2008, che vede in scadenza a fine dicembre 2009 alcune disposizioni.
Le norme del decreto assoggettano la concessione dell'accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore, costringendo inoltre i gestori di tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso a Internet all'identificazione degli utenti tramite documento d'identità.
"Si tratta di norme che non hanno alcun corrispettivo in nessun Paese democratico; nemmeno il Patriot Act Usa, approvato dopo l'11 Settembre 2001, prevede l'identificazione di chi si connette a Internet da una postazione pubblica", dice l'appello per il libero Wi-Fi, ricordando che tra gli effetti di queste norme "ce n'è uno in particolare: il freno alla diffusione di Internet via Wi-Fi, cioè senza fili. Gli oneri causati dall'obbligo di identificare i fruitori del servizio sono infatti un gigantesco disincentivo a creare reti wireless aperte".
Questo provvedimento "ha assestato un colpo durissimo alle potenzialità di crescita tecnologica e culturale di un Paese già in ritardo su tutti gli indici internazionali della connettività a Internet", dice ancora l'appello, rilevando che "non a caso l'Italia ha 4.806 accessi Wi-Fi mentre in Francia ce ne sono cinque volte di più".
E' quanto ha confermato un portavoce del senatore, già ministro degli Interni, dopo che uno dei promotori dell'appello, Alessandro Gilioli, giornalista dell'Espresso, sul proprio blog (here) ha annunciato oggi di aver interpellato lo stesso Pisanu, riportandone il parere.
Alla domanda "Non pensa che il decreto del 2005 sui punti Internet pubblici e in particolar modo sul Wi-Fi sia da modificare in senso meno restrittivo?", Pisanu - come confermato dal portavoce - ha risposto: "Ritengo di sì, tenendo conto, da un lato, che le esigenze di sicurezza sono nel frattempo mutate e, dall'altro, che l'accesso ad Internet come agli altri benefici dello sviluppo tecnologico deve essere facilitato".
Sulla scia degli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, Pisanu, all'epoca ministro dell'Interno, aveva firmato il provvedimento "Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale", prorogato nel 2007 e 2008, che vede in scadenza a fine dicembre 2009 alcune disposizioni.
Le norme del decreto assoggettano la concessione dell'accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore, costringendo inoltre i gestori di tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso a Internet all'identificazione degli utenti tramite documento d'identità.
"Si tratta di norme che non hanno alcun corrispettivo in nessun Paese democratico; nemmeno il Patriot Act Usa, approvato dopo l'11 Settembre 2001, prevede l'identificazione di chi si connette a Internet da una postazione pubblica", dice l'appello per il libero Wi-Fi, ricordando che tra gli effetti di queste norme "ce n'è uno in particolare: il freno alla diffusione di Internet via Wi-Fi, cioè senza fili. Gli oneri causati dall'obbligo di identificare i fruitori del servizio sono infatti un gigantesco disincentivo a creare reti wireless aperte".
Questo provvedimento "ha assestato un colpo durissimo alle potenzialità di crescita tecnologica e culturale di un Paese già in ritardo su tutti gli indici internazionali della connettività a Internet", dice ancora l'appello, rilevando che "non a caso l'Italia ha 4.806 accessi Wi-Fi mentre in Francia ce ne sono cinque volte di più".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!
Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento